domenica 7 febbraio 2010

IL MOBBING IN OSPEDALE, COME COMBATTERLO

IL MOBBING

Dieci norme di comportamento per combatterlo

(Consigli pratici che possono essere assunti a simbolo di tutta la vicenda)


Qui di seguito sono elencati alcuni consigli per mettere con coraggio in condizione chi subisce vessazioni e torture psico-fisiche sul luogo di lavoro, di resistere e reagire al pari della persecuzione, organizzandosi per lottare, contro i mobbers ed i loro abituali fiancheggiatori dei quali talvolta vi potrebbero prendere parte persino le persone più insospettabili e verso le quali avete riposto molta fiducia.



01 - Abbiate pazienza

Il viaggio contro il mobbing è lungo, duro e difficile. Organizzatevi per una lotta nella quale, alla fine, sarete voi i vincitori. Dopo un periodo iniziale di scoramento e di depressione, se ben preparati, ritroverete la forza di vivere, di sorridere, di sorprendere e sconfiggere i vostri mobbers e facendo attenzione anche ai consigli di cui al punto dieci in conclusione qui riportato, nel nostro Paese potreste essere giustamente persino risarciti per i danni subiti.



02 - Non cedete allo scoramento ed alla depressione

Il mobbing cui siete sottoposti non avviene per colpa vostra. Le motivazioni sociali e psicologiche alla base del mobbing sono molteplici e complesse, oggetto di studi approfonditi di sociologi, psicologi e giuristi. Voi siete solo un capro espiatorio di una situazione di cui qualcuno tira le fila e che non dipende da vostre colpe.



03 - Non pensate alle dimissioni

La prima cosa alla quale un mobbizzato pensa è quella di fuggire e di liberarsi dalla situazione stressante, abbandonando la scena. Cadreste nella trappola che vi viene tesa. In effetti spesso il mobbing ha solo lo scopo di “poter licenziare impunemente e nel modo più silenzioso possibile". Dare le dimissioni vi libera, è vero, dal mobbing, ma con le dimissioni “la date vinta al mobber” e vi precludete qualsiasi successiva azione risarcitoria nei vostri confronti. Utilizzate preferibilmente i periodi di ferie non godute o i recuperi orari. Tenete però ben presente che al ritorno sul luogo di lavoro, dopo un periodo più o meno breve di assenza, potreste trovare che molte cose sono cambiate in peggio, poiché durante la vostra assenza il mobber ha avuto tutto il tempo per organizzarsi con ulteriori ignominie.



04 - Non pensate di essere gli unici

Si calcola per difetto che in Italia vi siano almeno un milione e mezzo di mobbizzati (circa il 6% della forza lavoro). Pensare di essere gli unici è una falsa immodestia. Esperimenti e manovre sulla vostra resistenza psico-fisica vi fanno divenire uno dei tanti.



05 - Organizzatevi per resistere

Considerate che, secondo calcoli fatti dalla Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), la messa in atto di azioni mobbizzanti nei vostri confronti, costa alla vostra azienda attorno al 190% della vostra retribuzione annua lorda. Alcune cause di questi costi sono:



- Il tempo impiegato dal mobber per studiare nuove forme di vessazione

- La perdita di morale tra i lavoratori

- Le giornate lavorative perse in malattia a causa del mobbing

- I costi a carico del SSN per la cura dei lavoratori ammalatisi a causa del mobbing

- I costi delle liquidazioni in caso di licenziamento spontaneo

- L'azienda, a causa del mobbing, perde elementi produttivi e competenti

- Sostituire il lavoratore licenziato è un costo per l'azienda in termine di know-how

- I risarcimenti per cause civili ai lavoratori mobbizzati



06 - Raccogliete la documentazione delle vessazioni subite

Poiché il mobbing, anche se non vi è una legislazione precisa e ad hoc contro di esso, rientra in fattispecie di reati previsti e penalmente perseguibili e di illeciti amministrativi (per esempio, reati: abuso di potere, minacce, violenza privata, diffamazione, calunnia, lesioni personali, etc; illeciti amministrativi: demansionamento, dequalificazione, etc), è necessario che documentiate nel modo migliore possibile le azioni mobbizzanti messe in atto nei vostri confronti:



- Trovate colleghi disposti a testimoniare (anche se è estremamente difficile....)

- Tenete un diario di ogni azione mobbizante contenente: data, ora, luogo, autore, descrizione, persone presenti, testimoni

- Tenete un resoconto delle conseguenze psico-fisiche sul vostro organismo delle azioni mobbizzanti (il mobbing fa ammalare: i sintomi di questa malattia possono essere psichici (ansia, depressione, attacchi di panico, etc), fisici (insonnia, emicrania, cefalea, dolori muscolari, precordialgie, palpitazioni cardiache, acidità gastrica, tremori, mancanza d'appetito, appetito eccessivo, abbassamento delle difese immunitarie, diminuzione della potenza e del desiderio sessuale, etc) e del comportamento (perdita dell'autostima, mancanza di fiducia in se stessi, senso di inutilità, di emarginazione, etc). Questo vi faciliterà nel documentare il danno biologico che il mobbing ha determinato su di voi, al fine della richiesta di risarcimento dei danni psico-fisici (lesioni personali).

- Mettete in forma scritta e fate protocollare o spedite per raccomandata A.R. ogni vostra richiesta. Trasformate qualsiasi ordine verbale ricevuto, in interrogazione scritta (“a voce mi è stato detto di fare questo, chiedo conferma scritta”). Molto spesso non riceverete risposta: ciò sarà la prova di una tra le azioni mobbizzanti.



07 - Cercate degli alleati

E' questa la cosa più difficile in quanto non sempre i colleghi sono dei “cuor di leone”. Spesso si ritirano in disparte per evitare che il mobbing messo in atto nei vostri confronti possa estendersi anche ad essi. Oppure, nel mobbing trasversale, sono essi stessi i vostri mobbers. Non vi isolate, coltivate le vostre relazioni sociali, frequentate gli amici, rinsaldate i rapporti familiari spesso impoveriti dal punto di vista affettivo e sessuale. Spiegate ai vostri familiari cos'è il mobbing e quello che state subendo. Non vergognatevi della vostra situazione, parlate con le persone che vi sono vicine per acquistare consapevolezza della vostra situazione, per rafforzare l'autostima, ma non passate all'estremo opposto: parlare incessantemente del vostro problema, focalizzare l'attenzione unicamente sul vostro dramma, può stancare amici e familiari e quindi potreste trovarvi ancora più soli. Il vostro matrimonio, la vostra famiglia, le vostre amicizie potrebbero andare in crisi. Si realizzerebbe così il fenomeno del “doppio mobbing” per il quale le persone coinvolte in Italia dal mobbing, assommano a 5 milioni.



08 - Denunciate il mobbing

E' questa una attività da attuare con ponderata attenzione Evitate che le denuncie possano esporvi a ritorsioni (possibili querele per diffamazione). Scrivete la storia del vostro mobbing. Siate il più concisi possibile. Prima di divulgarla riponetela in un cassetto e rileggetela dopo almeno una settimana. Eliminate le parti superflue e conservate solo quelle importanti. La precisione nei particolari fa diventare pesante la vostra storia: dovete colpire l'attenzione di chi vi legge. Rivolgetevi ai giornali, televisioni private, radio locali, sindacati, associazioni di categoria. Denunciate fatti reali e documentati. Scrivete dei tazebao da affiggere nei luoghi consentiti. Divulgate all'interno dell'azienda le vostra situazione: il racconto della vostra storia potrebbe far sorgere tra gli altri dipendenti un movimento di opinione a vostro favore. Ricordate che la pubblicizzazione della vostra denuncia può essere incompatibile con la segretezza degli atti d'ufficio. Chiedete copia della documentazione esistente negli atti d'ufficio e nel vostro fascicolo personale: è un vostro diritto (legge 241/90 sulla trasparenza amministrativa e legge 675/96 cosiddetta sulla "privacy") l'accesso agli atti d'ufficio che vi riguardano e al vostro fascicolo personale per poter ottenere copia di tutti i documenti che vi interessano.



09 - Iscrivetevi ad una seria associazione contro il mobbing

Rivolgetevi unicamente a quelle apolitiche, asindacali, aconfessionali e che non hanno scopo di lucro e non dimenticate di informarvi sulla loro serietà, efficienza e correttezza.



10 - Ricorrete alle vie legali

In questo caso non siate impazienti. Nella scelta tra procedimento penale e/o civile, (causa di lavoro, risarcimento del danno biologico), preferite dapprima il procedimento civile (causa di lavoro, risarcimento per lesioni personali). La durata di una causa di lavoro è lunga: anche in caso di vittoria in primo grado, aspettatevi anche un ricorso in appello da parte dell'azienda. Calcolate da un minimo di quattro anni fino ad otto/dieci anni. Rivolgetevi ad un buon, serio e onesto avvocato che abbia già trattato cause di mobbing e che non abbia legami con la vostra azienda o con personaggi politici ad essa legati. Chiarite subito gli obiettivi che intendete raggiungere (danno biologico, demansionamento, reintegra nel posto di lavoro, patteggiamento, risarcimento dei danni, etc) e le strade da percorrere. Coinvolgete il minor numero di persone: possibilmente solo la vostra azienda. In questo modo il vostro avvocato non si troverà a dover lottare contro eserciti di avvocati di controparte che si coalizzeranno contro di voi. Successivamente potrete procedere anche contro gli autori materiali del vostro mobbing: ad esempio, in caso di pubblici dipendenti, sarà possibile documentare il danno all'erario determinato dai vostri mobbers.




1 commento:

  1. Indipendentemente dal fatto che ricevano terapie giornaliere iniettabili orali o future, queste richiedono visite mediche per la cura e il monitoraggio della sicurezza e della risposta. Se i pazienti vengono trattati abbastanza precocemente, prima che si verifichi un sacco di danni al sistema immunitario, l'aspettativa di vita è quasi normale, a condizione che rimangano in trattamento con successo. Tuttavia, quando i pazienti interrompono la terapia, il virus rimbalza a livelli elevati nella maggior parte dei pazienti, a volte associati a una malattia grave perché ho attraversato questo e anche un aumento del rischio di morte. L'obiettivo della "cura" è in corso, ma continuo a credere che il mio governo abbia fatto milioni di farmaci ARV invece di trovare una cura. per terapia e monitoraggio continui. L'ARV da solo non può curare l'HIV poiché tra le cellule infette vi sono cellule di memoria CD4 a vita molto lunga e possibilmente altre cellule che fungono da serbatoi a lungo termine. L'HIV può nascondersi in queste cellule senza essere rilevato dal sistema immunitario del corpo. Pertanto, anche quando l'ART blocca completamente i successivi cicli di infezione delle cellule, i reservoir che sono stati infettati prima dell'inizio della terapia persistono e da questi reservoir l'HIV si rimbalza se la terapia viene interrotta. "Cure" potrebbe significare una cura di eradicazione, che significa liberare completamente il corpo del virus del reservoir o una cura funzionale dell'HIV, dove l'HIV può rimanere nelle cellule del reservoir, ma il rimbalzo ad alti livelli è prevenuto dopo l'interruzione della terapia. crede che ci sia una speranza per le persone che soffrono, la malattia di Parkinson, la schizofrenia, il cancro, la scoliosi, la fibromialgia, la tossicità da fluorochinolone
    Sindrome Fibrodisplasia Ossificans Progressiva.Fatal Familial Insomnia Factor V Leiden Mutazione, Epilessia Dupuytren's disease, Desmoplastic small-round tumore Diabete, Celiachia, Creutzfeldt-Jakob disease, Angiopatia amiloide cerebrale, Atassia, Artrite, Sclerosi laterale amiotrofica, Morbo di Alzheimer, Adrenocorticale carcinoma.Astma, Malattie allergiche. Hiv_ Aids, Herpe, Copd, Diabete, Epatite, ho letto di lui online su come curava Tasha e Tara, così l'ho contattato su drituaherbalcenter@gmail.com anche se ho parlato su whatsapps +2348149277967 credimi è stato facile Ho bevuto la sua medicina a base di erbe per due settimane e sono stato curato proprio come quello non è il dottor Itua un uomo prodigio? Si lo è! Lo ringrazio così tanto che ti consiglierò se sei affetto da una di quelle malattie che Pls lo contatta è un uomo gentile.

    RispondiElimina