domenica 7 febbraio 2010

IL LAVAGGIO DELLE MANI

Il lavaggio delle mani
Una misura modesta con grandi effetti. L'infezione acquisita in ospedale danneggia i pazienti, prolunga la permanenza in ospedale, consuma le già scarse risorse ospedaliere e e per questo motivo presenta una grande sfida per la politica sanitaria. In un suo studio 150 anni fa Semmelweis insistette che i medici che praticavano le autopsie dovevano lavarsi le mani prima di far nascere i bambini, riducendo in questo modo la mortalità da sepsi puerperale streptococcica dal 22% al 3%. Da allora molti studi hanno confermato che i medici che si puliscano le mani fra un paziente e l'altro possono ridurre il tasso di infezioni ospedaliere.Ciò nonostante,gli operatori sanitari non riescono a lavarsi le mani e ad apprezzare l'importanza di comportarsi così. Questo mese il Dipartimento della Salute ha fatto un nuovo tentativo di ricordarglielo mandando un documento e una circolare sanitaria a tutti i direttori esecutivi del Sistema Sanitario Nazionale,i direttori di sanità pubblica,i microbiologi inglesi.Molti studi osservazionali,condotti soprattutto nei reparti di terapia intensiva,mostrano bassi indici di lavaggio delle mani,specialmente fra i medici. Bartzokas et al hanno osservato che, nonostante frequenti contatti con i pazienti,i medici più anziani si lavavano le mani solo 2 volte durante i turni di guardia di 21 ore.Sebbene i medici passino meno tempo degli infermieri a diretto contatto con i pazienti e potrebbero pensare di aver bisogno di lavarsi le mani meno spesso,essi hanno molti veloci contatti e si spostano di reparto in reparto. Lo stesso è vero per i flebotomisti, i fisioterapisti, i radiologi e vari altri tecnici. L'autodenuncia sovrastima la compliance degli operatori.Dopo un'osservazione non intrusiva dei medici tesa a conoscere la normale frequenza di lavaggio delle mani, Tibbals chiese ad un campione di medici di auto-valutare la propria frequenza nel lavarsi le mani prima del contatto con il paziente.Il tasso del 73% percepito (range 50%-95%) contrastò aspramente con il tasso del solo 9% osservato. Pritchard e Raper rimasero stupiti dal fatto che "i medici possano essere così straordinariamente auto-illusori circa il proprio comportamento". Perché la compliance è così scarsa?Anche quando gli vengono insegnate le basi teoriche del lavaggio delle mani, gli operatori sanitari sembrano non capire i rischi associati alla loro non-osservanza.Le infezioni ospedaliere si presentano spesso come casi sporadici,percepiti come non significativi o non correlati alla non-compliance. Il personale inorridito per i germi su un paziente manca di considerare le potenziali ben più serie conseguenze dei

batteri presenti sulle proprie mani.La mancanza degli operatori sanitari rispetto alla pulizia delle mani riflette la base degli atteggiamenti,delle opinioni e del comportamento, e non ci sono soluzioni semplici.Molti tentativi sono stati fatti per migliorare l'adeguamento al lavaggio delle mani attraverso l'istruzione, e davvero le elementari pratiche di igiene dovrebbero essere insegnate chiaramente nelle scuole di medicina. I princìpi insegnati nelle aule possono essere rinforzati dall'apprendimento sperimentale, ad esempio dimostrando il bisogno di una buona tecnica di lavaggio delle mani mostrando la crescita microbica nelle mani non lavate e usando tinture all'olio fluorescenti per illustrare l'efficacia del lavaggio.Tali metodi aumentano l'impatto personale,ma,sebbene essi possano temporaneamente migliorare la compliance,i cambiamenti del comportamento tendono a non essere mantenuti. I modelli di comportamento sono importanti nella pratica ospedaliera. I medici più giovani si lavavano le mani più spesso quando i consulenti davano l'esempio (anche se non erano perfetti,lavandosi le mani in meno della metà delle occasioni indicate) (Larson e Larson, conferenza dell'Associazione degli Esperti in Controllo delle Infezioni, San Diego, 1983).Sfortunatamente, la pratica sbagliata può essere anche appresa al letto del paziente. Il personale più giovane e gli studenti che erano stai addestrati a lavarsi le mani abbandonarono l'usanza quando altri,specialmente il personale più anziano del reparto,non se ne curò.Il personale più anziano si dovrebbe impegnare per raggiungere un durevole cambiamento nel comportamento. Per aumentare la compliance, il personale medico dovrebbe controllarsi a vicenda, ed è stato suggerito che i pazienti dovrebbero incoraggiare i propri curanti a lavarsi le mani.E' evidente che gli operatori sanitari mancano di capire l'importanza del lavaggio delle mani. Questo argomento è così cruciale che abbiamo bisogno di un impegno maggiore dalla direzione per influenzare il loro comportamento.E' tempo adesso di stabilire un chiaro standard, e cioè che le mani dovrebbero essere pulite prima di ogni contatto con il paziente. Se una tale politica non ha luogo o non sarà seguita,la responsabilità concernente può essere perseguita in caso di azione legale. Il cambiamento culturale richiesto per questa nuova pratica può sembrare proibitivo,ma simili sfide come anche lo smaltimento dei taglienti, o in altro ambiente, l'uso delle cinture in auto, sono state affrontate e superate. La pulizia delle mani dovrebbe avere lo stesso status di altre politiche di sicurezza e sanitarie, in cui gli individui sono responsabili per le quotidiane pratiche

operative Il lavaggio delle mani dovrebbe essere considerato come parte del normale dovere nell'assistenza. (Traduzione M. Luisa Canna) British Medical Journal - Editorials - 13 marzo 1999

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