NURSING UP UNICO SINDACATO INFERMIERISTICO RAPPRESENTATIVO IN ITALIA NAZIONE PERUGIA 01/06/2010 Timbrano il badge e lasciano l'ospedale Dai pm: «A giudizio medici e infermieri» Sei imputati scelgono rito abbreviato: chieste condanne a dieci mesi PERUGIA - RINVIO A GIUDIZIO per tutti, tranne che per Alfredo Gardi, Patrizia Bruni Katia Tremolani, Giorgio Giorgetti, Gino Centi e Antonella Taburchi, che il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini vorrebbe far condannare a dieci mesi di reclusione poiché hanno scelto il rito abbreviato. Queste le richieste della procura formulate ieri durante l'udienza preliminare in corso davanti al gup Massimo Ricciarelli che il 14 giugno secondo il calendario del tribunale dovrebbe ritirarsi in camera di consiglio al termine delle arringhe per emettere il primo verdetto. Tra i 43 imputati, finiti nell'inchiesta del Nas che nel 2007 ha chiuso le indagini contro i presunti assenteisti dell'ospedale Santa Maria della Misericordia, uno di loro ha chiesto il patteggiamento alla pena di dieci mesi di carcere. Durante l'indagine i carabinieri piazzarono una telecamera sulla macchinetta marcatempo dell'ospedale, con la quale registrarono le entrate e le e uscite dal luogo di lavoro. Due persone finirono in carcere, I NUMERI Sotto accusa in quarantatre. Sei scelgono il rito alternativo e uno il patteggiamento altre dieci agli arresti domiciliari. Secondo l'accusa, che ieri ha depositato una memoria di discussione, il «badge» personale passava di mano in mano. «La vicenda», nella ricostruzione proposta in aula dal pm, interessa: «la sostituzione nell'impiego del badge o, comunque, allontanamento dal luogo di lavoro non autorizzato e falsamente occultato (delitti di truffa, sostituzione di persona, falso in atto pubblico)». Poi c'è la «falsa attestazione di impiego di vetture
private per motivi di servizio al fine di evitare l'irrogazione di sanzioni amministrative per violazione al codice della strada (delitti di falso in atto pubblico e abuso d'ufficio)». Inoltre, «le condotte inerenti la redazione e spedizione di ordini di presidi sanitari da pane dei dirigenti medici sulla base di indicazioni di esigenze falsamente loro rappresentate o con sottoscrizione dei medesimi contraffatta (delitto di falso in atto pubblico). Infine «l'attestazione mediante certificazione medica ideologicamente falsa di impedimento a svolgere l'attività lavorativa in capo a dipendente dell'azienda ospedaliera (delitto di falso in atto pubblico)». L'episodio principale dell'inchiesta è quello legato al nome della caposala del reparto di chirurgia. La magistratura l'accusa di essersi fatta timbrare il cartellino da altre persone. A lei Petrazzini, però contesta anche una serie di falsi e truffa per aver predisposto «periodicamente i prospetti indicanti le esigenze in materia di presidi sanitari da utilizzarsi presso le sale operatorie di chirurgia generale e chirurgia d'urgenza» indicando quantitativi esorbitanti di medicinali e facendo sì che i dirigenti acquistassero presidi per oltre un milione di euro «nonché facendo ulteriori richieste è scritto nel capo d'imputazione di nuovi acquisti per 500 mila euro». Il capitolo della caposala riguarda anche un infermiere al quale lei avrebbe chiesto di allontanarsi dal reparto per andare a coglierle dei funghi timbrando al suo posto il budge. Partendo dagli accertamenti sulla caposala del reparto di chirurgia i carabinieri del Nas avevano controllato anche decine di altri dipendenti dell'ospedale. Sopra la macchinetta marcatempo del Santa Maria della Misericordia era infatti stata piazzata una telecamera che aveva registrato le 'turbate' di medici e infermieri. Il resto lo avevano fatto appostamenti e intercettazioni telefoniche. Episodi più o meno gravi. Per la maggior parte si trattava di marito e moglie, entrambi dipendenti o dell'ospedale o dell'Università, che si coprivano a vicenda secondo l'accusa per entrare in ritardo o uscire in anticipo dal posto di lavoro quando invece erano a fare shopping, in palestra oppure dovevano accompagnare i figli a scuola. Enzo
Âeretta 01/06/10 Nursing Up Catania AOU Policlinico Vittorio Emanuele catania@nursingup-sicilia.it Calogero Coniglio NURSING UP UNICO SINDACATO INFERMIERISTICO RAPPRESENTATIVO IN ITALIA
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