NURSING UP UNICO SINDACATO INFERMIERISTICO RAPPRESENTATIVO IN ITALIA STAMPA CANAVESE ACCUSATI DI MALTRATTAMENTI INCASTRATI DALLA POLIZIA Botte ad un'anziana Infermieri condannati Lavoravano alla casa di riposo Agape ANTONIO GIAIMO L'inchiesta nella casa di riposo Agape dello Spirito Santo di None all'inizio era partita con un'ipotesi di reato ben più grave: tentato omicidio. I parenti di una donna, da anni ricoverata nella struttura, sospettavano che le venissero praticate iniezioni di insulina. Farmaco che invece di calmarla, le aveva provocato gravi crisi ipoglicemiche per le quali la donna era stata ricoverata in ospedale. E cosi avevano denunciato tutto alla polizia che aveva sistemato una microspia. Le immagini non erano servite per accertare se questi iniezioni venivano effettivamente fatte, ma avevano documentato brutali episodi di maltrattamenti. Da qui è cambiato il capo di imputazione, da tentato omicidio a maltrattamenti. E ieri il giudice del tribunale di Pinerolo, Gianni Reynaud, ha depositato le motivazioni della sentenza, con le quali condanna Pierangelo Genco, 48 anni, e Cristina Bruna, 42 anni, il primo a un anno e due mesi di reclusione con la condizionale e la seconda al pagamento di una multa di mille euro (era accusata di un solo episodio). Entrambi sono stati inoltre condannati a risarcire le parti civili, ma serve un altro processo. Subito però dovranno versare a Genco una provvisionale di 5 mila euro e a Bruna di 500. Sulla vicenda aveva preso posizione la dirigenza della Fondazione Agape, che prima aveva licenziato i due dipendenti, poi si era costituita parte civile nel processo. Vittima delle percosse S.B., una donna che dall'età di due anni, a causa di una cerebropatia, ha bisogno di assistenza 24 ore su 24. In quella struttura era entrata quando aveva solo 12 anni, poco dopo la morte di
sua madre. Il padre era riuscito a seguirla solo per pochi anni, poi era morto. Paziente certamente difficile, di corporatura robusta, da seguire con attenzione, anche perché ogni tanto aveva manifestato aggressività. Gli imputati si sono difesi sostenendo che con lei bisognava usare le maniere forti per farsi ascoltare. «Mi è venuta incontro e per paura di prendermi un ceffone le avrò dato io uno schiaffo» cosi si era difeso durante il processo Genco. Ha aggiunto Cristina Bruna: «Questo era avvenuto mentre era in una crisi di autolesionismo». Ma nella sentenza si legge: «le dichiarazioni hanno trovato plateale smentita nella visione dei filmati». 02/06/10
Nursing Up Catania AOU Policlinico Vittorio Emanuele catania@nursingup-sicilia.it Calogero Coniglio NURSING UP UNICO SINDACATO INFERMIERISTICO RAPPRESENTATIVO IN ITALIA
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