NURSING UP UNICO SINDACATO INFERMIERISTICO RAPPRESENTATIVO IN ITALIA PICCOLO DOPO TRE ANNI DI UDIENZE HA RIAVUTO IL POSTO Licenziata dall'ospedale, riassunta dal giudice L'infermiera cacciata perché aveva accusato l'Azienda di inquinamento di CLAUDIO ERNÈ Non poteva essere licenziata Isa Miser, la dipendente dell'Azienda sanitario - ospedaliera che nel 2007 aveva informato i carabinieri del Nas che parecchie macchine del Laboratorio di analisi di Cattinara scaricavano direttamente reagenti chimici e liquidi biologici nella rete fognaria. Non poteva e non doveva essere sbattuta in mezzo ad una strada con un licenziamento effettuato «senza preavviso». Lo ha stabilito il giudice del lavoro Annalisa Multari che ha annullato il grave provvedimento firmato dall'allora direttore generale Franco Zigrino e ha ordinato alla stessa Azienda sanitaria l'immediata riassunzione della dipendente. Ma non basta. Ad Ida Miser dovrà essere versato quando avrebbe percepito come stipendio dal 7 novembre 2007 ad oggi. Scatti contrattuali e indennità comprese. Per vedere riconosciute le proprie buone ragioni, la signora Miser ha atteso, assieme al suo legale, l'avvocato Sonia Miani, quasi tre anni, contrassegnati da numerose udienze in cui sono stati sentiti una decina di testimoni. Alcuni citati da chi aveva subito il licenziamento, altri dall'Azienda sanitaria
che si era affidata all'avvocato Alfredo Antonini. Ma andiamo con ordine. Come dipendente dell'Asl in servizio al Laboratorio di analisi di Cattinara Ida Miser aveva informato i carabinieri che a suo giudizio i residui delle analisi venivano svuotati direttamente nei lavandini, oppure canalizzati negli scarichi interni collegati alai rete fognaria cittadina. Secondo l'inchiesta aperta dal pm Maddalena Chergia i rifiuti smaltiti dal Laboratorio apparteneva ad almeno quattro classi: rifiuti sanitari, rifiuti a rischio infettivo, pericolosi e non pericolosi. Gli scarichi della struttura erano stati immediatamente posti sotto sequestro e sigillati. Per mesi e mesi, fino all'intervento della Corte di Cassazione che aveva annullato il provvedimento interdittivo, lo smaltimento dei rifiuti era stato effettuato a mano, attraverso taniche prelevate dagli addetti di una ditta specializzata. I costi erano così saliti alle stelle. Allo stesso tempo i nomi di Franco Zigrino, Lucia Pelosi Bruno Biasoli, Mahamad Lasri e Maurizio Canaletti, era stati iscritti sul registro degli indagati: ipotesi di reato, concorso in cooperazione colposa nell'inquinamento. Poche settimane dopo il vertice dell'Azienda ospedaliere sanitaria aveva licenziato la dipendente sostenendo che con il suo esposto Ida Miser aveva compiuto un atto «finalizzare ad arrecare pregiudizio all'Asl, con evidente fine di ritorsione». Nel dispositivo venivano citati anche presunti «danni all'immagine». Tutto questo è stato spazzato via dalla sentenza del giudice del lavoro Annalisa Multari. Va aggiunto che l'inchiesta penale, aperta sulla falsariga dell'esposto, si è conclusa già nel 2008 con l'archiviazione del fascicolo. Tutti innocenti, nessun inquinamento. L'indagine era stata archiviata senza alcun colpevole. 21/09/10
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