L’ infermiere forense
di Fabrizio Moauro *
In questo ultimo decennio la professione infermieristica ha subito significative
trasformazioni, sviluppando il suo percorso formativo nel passaggio graduale da
infermiere generico ad esperto, fino ad arrivare oggi alla figura di professionista
avanzato che ne determina nuove e specifiche competenze.
Ciò che mi ha portato alla scelta di acquisire il Master di primo livello in
Infermieristica Forense, percorrendo una strada di non facile comprensione, è stato il
desiderio di accrescere sempre di più la consapevolezza delle autonomie e delle
responsabilità acquisite da noi infermieri in relazione al loro evolversi in un lasso di
tempo relativamente breve. Certamente tra tutte le nuove specializzazioni
accademiche che la nostra evoluzione professionale ha fatto nascere, quella in
infermieristica forense si è dimostrata in grado di fornire gli strumenti adeguati a
questo scopo perché l’infermiere forense, o legale, è “il professionista
specializzato nella valutazione di ogni aspetto giuridico e giurisprudenziale che
riguardi l’esercizio dell’assistenza infermieristica” e si pone come obiettivo lo
studio degli aspetti concettuali, metodologici e pratici della dimensione giuridica e
legale dell’assistenza infermieristica.
Parlare di infermieristica legale significa orientarsi in un quadro teorico
complesso e non sempre chiaro, che trae prevalentemente la sua chiave di lettura
dalla bibliografia anglosassone. In particolare la I.A.F.N. (International Association of
Forensic Nurses) definisce in questo modo la nuova disciplina: ”l’infermieristica
forense consiste nell’applicazione delle scienze infermieristiche alle procedure
pubbliche o giudiziarie, si occupa inoltre degli aspetti giuridici dell’attività sanitaria,
uniti alla preparazione bio – psico – sociale dell’infermiere diplomato e li affida
all’indagine scientifica ed al trattamento dei traumi (o della morte) di vittime (o degli
autori) di abusi, violenze, attività criminali ed incidenti”.
Da questa definizione si può capire come il campo principale di attività ed
esercizio dell’infermiere legale sia quello di C.T.U. (Consulente Tecnico d’Ufficio),
ossia un consulente tecnico del giudice, esperto nella materia professionale, scelto
in base alla sua affidabilità e capacità, tra un elenco di iscritti all’albo dei C.T.U.
disponibile presso il Tribunale. Specializzazione che può essere esplicata in servizi di
assistenza e consulenza diretti a singole persone, ad esempio per casi di abusi e
violenze subite, o di consulenza per la difesa dei professionisti da accuse in tali
ambiti, oppure consulenza ad associazioni come, ad esempio, gli ordini professionali
o gli studi associati.
La crescente richiesta sul territorio nazionale di operatori sanitari preparati ad
affrontare gli aspetti giuridici della professione infermieristica impone la qualificazione
di figure in grado di fronteggiare le esigenze di unità operative di medicina legale
afferenti a strutture ed enti pubblici quali aziende ospedaliere e territoriali, I.N.A.I.L. ,
I.N.P.S. , Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e le altre Forze Armate, ovunque
l’infermiere sia presente nello svolgimento delle sue funzioni.
In un prossimo futuro si può supporre che l’infermiere forense possa svolgere il ruolo
di perito nei tribunali, nell’ambito di cause che trattano di eventi traumatici, situazioni
di abuso o di violenze.
All’infermiere C.T.U., in caso di denuncia per malpractice, viene affidato il compito di
accertare e dare pareri sul comportamento del professionista.
Il giudizio tecnico del C.T.U. è quindi elemento fondamentale del procedimento
giudiziario. Verificare l’esistenza di un comportamento colposo o doloso comporta la
ricostruzione dei fatti per verificare l’iter della procedura assistenziale attuata e
l’influenza dell’operato dei professionisti nel determinare il danno. In mancanza di un
comportamento colposo, di un danno e di un nesso di causalità tra questi elementi,
ad esempio, non si può parlare di responsabilità professionale per malpractice.
Spesso le novità producono atteggiamenti di titubanza o addirittura di difesa o
rifiuto, perché si pensa che l’innovazione possa comportare un ulteriore carico di
lavoro e responsabilità. In realtà l’infermieristica legale appare oggi come una
occasione per valorizzare la professione ed i suoi caratteri di autonomia,
responsabilità e competenza; senza dimenticare che la disponibilità di figure sempre
più specializzate procede nell’interesse sia dei professionisti che degli stessi utenti.
L’attivazione dei master in infermieristica forense dimostra che in Italia è in continua
crescita l’esigenza di avere a disposizione professionisti preparati in materia legale,
che possano essere riconosciuti dall’organizzazione giudiziaria non come giuristi ma
come periti, cioè esperti in virtù di conoscenze specifiche sugli aspetti tecnicoprofessionali
dell’assistenza infermieristica e la relativa dimensione legale.
Le competenze che tale master fa acquisire e consolida sono legate alla
comprensione dei fondamenti della disciplina giuridica e la loro lettura dentro la
responsabilità professionale dell’infermiere, al fine di leggere ed interpretare
fenomeni di responsabilità professionale, fare prevenzione ed analisi preventiva e
reattiva degli errori. Ciò consente all’infermiere in possesso del master di analizzare,
alla luce delle attuali normative regolanti l’esercizio, il comportamento professionale.
Solo una strutturata formazione disciplinare, che consenta l’acquisizione di solide ed
approfondite conoscenze sui diversi ambiti peculiari dell’esercizio, renderà
pienamente delineabile e prevedibile una funzione che a pieno titolo entra sul
palcoscenico dell’esercizio professionale: quella dell’infermiere legale.
• infermiere presso il Day Hospital Centrale di Medicina Interna
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